Se non c'è Pulisic c'è Leao: 3 punti ma tanto caos nel finale
Il Milan porta a casa un’altra vittoria pesante in un big match. Ma dopo il triplice fischio non restano solo le polemiche arbitrali: la squadra di Allegri manda anche un messaggio chiaro a chi sosteneva che i rossoneri faticassero contro avversari chiusi in blocco basso. Il gol dell’1-0 nasce infatti da una costruzione pulita, verticale, che rompe la difesa della Lazio e smentisce molte teorie della vigilia. E una risposta arriva pure da Rafa Leão, mai partito così forte in una stagione rossonera: 6 gol in 10 gare, nonostante il lungo infortunio che lo aveva tenuto ai box. Il caos nel finale nasce per il tocco di mano di Pavlović. Non tanto per la valutazione del rigore in sé — Collu, con visuale diretta, non ritiene falloso il contatto — quanto per l’intervento del VAR, che richiama il direttore di gara all’on-field review e genera un cortocircuito. Per “mettere una toppa” all’errore, arriva un fallo inesistente contro la Lazio. L’episodio non fa altro che evidenziare il problema strutturale: una categoria, quella dei VAR, che da riferimento mondiale si sta sgretolando tra incertezze, richiami sbagliati ed errori inspiegabili.
Da qui l’idea sempre più concreta di tornare ad affidare il VAR agli arbitri di campo.
🔍 ANALISI DELLA PARTITA
MILAN - Il Milan costruisce la partita puntando forte sulle iniziative individuali, sulle conduzioni e sulla verticalità dei singoli. Una scelta rischiosa ma voluta. I rossoneri faticano: prima vera occasione al 42’ del primo tempo, con Tomori che incrocia al volo senza trovare la porta. Molti errori tecnici, soprattutto da Modrić, che però si è spesso riconquistato il pallone subito dopo. Dal report della Serie A emerge una sorpresa: Matteo Gabbia è primo per verticalità (3.11). Significa che il Milan ha costruito spesso con uscite dirette del centrale, superando più uomini di chiunque altro. Subito dietro Modrić (2.64) e Rabiot (2.5), conferma di una costruzione rischiosa ma molto centrale. La costruzione del Milan si può dividere in due fasi: primo tempo 3+2 con Rabiot e Fofana bassi e Modrić più alto. Secondo tempo con il ritorno al sistema classico, ovvero Modrić che scende a impostare. Bastano 5 minuti nella ripresa per trovare il vantaggio dopo una splendida azione tutta di prima. L'identità del Milan è chiara: conduzioni interne per rompere la pressione, verticalità centrale, grande fiducia nei centrocampisti, esistenza ai raddoppi su Leão più che Nkunku e approccio più diretto, più individuale, più coraggioso.
LAZIO - La Lazio sceglie una gara più collettiva e ragionata, con molto sviluppo laterale e i terzini che fanno da protagonisti. La verticalità viene affidata agli esterni, come leggiamo da questi dati: Marušić 3.71, Pellegrini 3.0 e Romagnoli 2.6. Segno che il piano gara era chiarissimo: allargare il Milan, portarlo fuori zona, e poi cercare imbucate sugli esterni o sul lato debole. La minaccia principale per la Lazio è il proprio capitano, Mattia Zaccagni. È lui il più rischioso (32.83%) e il più incisivo: nel primo tempo manda spesso fuori tempo Tomori, crea superiorità, porta pericoli. Il secondo è Luca Pellegrini (27.57%) che conferma quanto la Lazio abbia delegato alle fasce la creatività. In fase di non possesso la Lazio decide di non concedere profondità al Milan, portando la gara su ritmi più controllati.
✅ TOP e ❌ FLOP
MILAN - Nel Milan spiccano innanzitutto le prestazioni dei suoi migliori: Maignan apre la partita con un miracolo già al secondo minuto e rimane una sicurezza per tutta la gara. Tomori, dopo un primo tempo difficile, ritrova brillantezza nella ripresa e firma l’assist decisivo dell’1-0. Cresce ancora Bartesaghi, ormai sempre più vicino a una titolarità stabile grazie a cross precisi e grande personalità. In mezzo al campo Rabiot si conferma imprescindibile: corre, costruisce e dà equilibrio in ogni fase. Davanti, poi, Leão è ancora una volta decisivo: cambia posizione ma non incidenza, trovando un altro gol pesante. Non mancano però le note stonate. Fofana vive una gara altalenante, alternando intuizioni corrette a errori evitabili. Saelemaekers non riesce a incidere come ci si aspetterebbe da lui, frenato anche dalle scelte tattiche della Lazio. Modrić, infine, gioca un primo tempo sotto ritmo e con troppi errori tecnici, pur crescendo in modo evidente nella ripresa.
LAZIO - Sul fronte Lazio, tra i migliori troviamo Provedel, sempre sicuro nelle poche occasioni in cui viene chiamato in causa. Pellegrini si distingue per coraggio e continuità nelle iniziative. Zaccagni è il più imprevedibile e pericoloso della squadra, creando problemi costanti alla difesa rossonera soprattutto nel primo tempo. Buon rientro anche per Castellanos, che porta un brivido dell’intero match per i biancocelesti. Meno convincenti, invece, le prove di Vecino, Guendouzi, Isaksen e Dia, che non riescono a dare il contributo necessario in una sfida di questo livello.
Il Milan porta a casa tre punti che pesano e con la sensazione di essere una squadra capace di colpire nei momenti decisivi. La Lazio ha mostrato idee e coraggio, ma nei dettagli che contano ha lasciato qualcosa per strada. Giovedì le due squadre si ritroveranno in Coppa Italia, questa volta all’Olimpico: cambierà la storia della sfida o assisteremo a un altro capitolo dello stesso film?
A cura di: Giorgio Delle Monache