Milan-Como, è ufficiale: si giocherà a Perth
No, non avete letto male: tra il 7 e l'8 febbraio 2026, si disputerà l'incontro tra il Milan di Max Allegri e il Como di Fabregas. Fin qui tutto normale, se non fosse che la partita si giocherà nell'altro emisfero, quello Australe, precisamente a Perth.
In Italia sarà inverno, in Australia sarà estate. Servirà partire per tempo per poter abituarsi a clima e fuso orario decisamente diversi, permettendo ai giocatori di performare al meglio delle loro possibilità. Una scelta che farà sicuramente discutere, ma veniamo alla fronte del problema: perché la UEFA ha dato il via libera a tutto ciò?
La causa principale: fonti di guadagno per tutte le squadre di Serie A
All'interno di questi accordi oltreoceano vi sono sempre delle motivazioni economiche, che trattano secondo alcune fonti interne, circa 12 milioni di guadagno per il suddetto campionato italiano.
Per il Milan sarà la terza volta a Perth in poco tempo: nel maggio 2024 l'amichevole con la Roma, finita 5-2 per i giallorossi, che ha portato alla nascita di un fan club rossonero; l'estate appena trascorsa (era il 31 luglio) l'amichevole finita 9-0 contro il Perth Glory; e, il prossimo febbraio, il match col Como. La grande differenza sarà il clima surreale di un match di Serie A, nel bel mezzo della stagione, giocato a 13.000 chilometri da San Siro.
Il fatto che più preoccupa molti tifosi è la nascita di un precedente non indifferente: una volta presa la decisione, in futuro il calcio italiano potrà guardarsi alle spalle per giustificare un Derby d'Italia in Arabia Saudita, un posticipo del lunedì sera a Shanghai o una finale di Coppa Italia negli States.
Il calcio negli ultimi anni sta fungendo da potente mezzo di sport washing per le nazioni disposte a sborsare cifre esorbitanti al fine di ripulirsi l'immagine o farsi una buona pubblicità: basti pensare al recente mondiale in Qatar, o a quello che si disputerà in Arabia Saudita nel 2032, e creare un precedente simile, per molti tifosi, può rivelarsi pericoloso.
Insomma: il popolo sportivo sembra rivendicare una noncuranza da parte della FIGC su più campi, e questo episodio non contribuisce a contraddire tale affermazione.
Non mancano i disappunti fra i diretti interessati: ecco Rabiot
Adrien Rabiot, centrocampista del Milan (approdato nel capoluogo lombardo quest'estate) ha espresso la sua visione da calciatore sulla situazione che porterà la sua squadra a fare un viaggio di oltre 11.000 km per giocare una partita.
“È totalmente pazzesco. Poi sono accordi economici affinché il campionato abbia una certa visibilità, tutto questo è al di sopra di noi. È pazzesco fare così tanti chilometri per far giocare una partita fra due squadre italiane in Australia. Dobbiamo adattarci. Come sempre”.
Le nostre considerazioni da appassionati del pallone
Per concludere questo discorso abbiamo pensato di rilasciare una semplice riflessione da appassionati del pallone : lo sappiamo, il calcio nel 2025 è uno strumento per ottenere più denaro possibile.
Il mondo si evolve, gli introiti economici sono apparentemente sempre più vantaggiosi per gli agenti sul mercato ed è sempre più complicato non guardare questo aspetto. Quindi: il calcio non è più dei tifosi? La verità è no, il circolo di denaro e gli interessi dei diritti TV saranno sempre più importanti della passione genuina per questo meraviglioso sport.
Fa male, ma si andrà sempre più verso questa strada. Noi comuni mortali dovremo solo continuare a gioire, supportando la nostra squadra che ogni domenica ci fa battere il cuore, come la prima volta.
A cura di Edoardo Miceli e Lorenzo Figus