
Milan-Bari 2-0, Allegri riparte dal 3-5-2: come gioca il nuovo Milan di Max?

Il Milan di Max Allegri apre l’esordio stagionale con un 2-0 che vale il passaggio del turno in Coppa Italia. Una gara non sempre brillante, con qualche incertezza difensiva ancora da limare, ma che ha consegnato buone indicazioni al tecnico livornese. Prossima sfida contro il Lecce dell’ex gioiellino Camarda, con in palio l’accesso agli ottavi contro la Lazio di Sarri, avversaria diretta nella corsa al trofeo.
Nuovi acquisti, vecchie certezze
Allegri ha riproposto il suo marchio di fabbrica: il 3-5-2. Un modulo che il tecnico toscano conosce a memoria e che in passato aveva alternato al 4-2-3-1 nei momenti chiave, come nella stagione 2016-17 alla Juventus. Stavolta l’allenatore ha subito lanciato i nuovi acquisti Ricci ed Estupiñán: entrambi hanno offerto una prova convincente, con l’ecuadoriano cresciuto col passare dei minuti sulla corsia mancina.
Il migliore in campo è stato però Saelemaekers, decisivo in entrambe le fasi di gioco, ben supportato da Pulisic. Positiva anche la prova di Fofana, finalmente mezz’ala nel ruolo più congeniale. Capitolo a parte per Rafael Leão: gol di testa al 14’, poi l’uscita anticipata per infortunio. Curioso notare che quello di stasera è già il secondo gol di testa stagionale del portoghese, segnale di una nuova arma offensiva che Allegri vuole sfruttare con più continuità attraverso i cross.
Analisi dei dati e dei protagonisti
La scelta del 3-5-2 non è casuale: Allegri lo ha utilizzato in quattro delle cinque amichevoli estive, confermando la volontà di farne il sistema di riferimento. In questo assetto spicca la crescita tecnica di Saelemaekers, autore di cinque conclusioni, ma soprattutto preciso nel palleggio con il 92% di passaggi riusciti (90% in zona offensiva).
Molto presente anche Fofana, con sette tiri totali e costante partecipazione nella manovra alta. Pulisic ha confermato la sua centralità: un gol, cinque passaggi chiave e l’88% di precisione nei passaggi. Estupiñán resta un progetto da affinare come quinto di centrocampo, ruolo che ha ricoperto appena 12 volte in carriera a fronte di quasi 300 presenze da terzino sinistro. Infine Leão, che con la rete al Bari sale a sei gol di testa in carriera: un fondamentale che potrebbe diventare determinante nel nuovo Milan.
Prime indicazioni tattiche e nodi irrisolti
In fase offensiva il Milan ha mostrato un pressing alto ben organizzato, con Fofana e Leão/Giménez pronti ad alzarsi insieme a Pulisic/Saelemaekers. Tuttavia, per rendere il meccanismo davvero efficace, sarà fondamentale che un secondo centrocampista, come visto da Loftus-Cheek, accompagni sistematicamente l’azione di pressione.
In costruzione Ricci si abbassa per dare ordine e dettare i tempi, mentre Tomori si spinge sulla fascia per garantire ampiezza. In fase di non possesso, invece, l’inglese si distingue per l’aggressività nell’anticipo, arrivando a marcare l’uomo anche oltre la linea di centrocampo.
Restano però alcuni interrogativi. Come inserire al meglio Alex Jimenez e Athekame nel 3-5-2, soprattutto nei momenti in cui Saelemaekers avrà bisogno di rifiatare? E soprattutto: basterà l’attuale reparto difensivo per sostenere una linea a tre per tutta la stagione? L’arrivo di De Winter ha portato solidità, ma le alternative sono limitate e dalle amichevoli estive l’Under 23 non ha ancora mostrato elementi pronti al salto definitivo in prima squadra.
Prospettive di mercato e soluzioni
Il “piano B” tattico resta il 4-3-3, possibile grazie agli esterni ancora presenti in rosa. Ma sul mercato serviranno rinforzi: un quarto attaccante che accetti la possibile panchina, considerando il tandem Leão-Pulisic e la presenza di Giménez, e un difensore centrale puro per dare alternative a Gabbia. Le possibili cessioni di Chukwueze, Musah, Adli e Bennacer obbligheranno inoltre la società a intervenire subito per colmare eventuali buchi nella rosa.
A cura di: Giorgio Delle Monache