Juve, Tudor blindato: lo spogliatoio lo segue ma dopo la sosta si cambia passo
Alla Continassa regna la calma, almeno in apparenza. Igor Tudor non è in discussione. La società crede fermamente nel progetto tecnico del croato, scelto per guidare una Juventus in ricostruzione, ma con l’ambizione di tornare presto ai vertici. I numeri non entusiasmano — tre vittorie e tre pareggi in campionato — ma la dirigenza guarda oltre i risultati immediati: il gruppo lo segue, lo spogliatoio è unito e la sensazione è che la squadra sia ancora in fase di rodaggio.
Le differenze rispetto alla gestione Motta sono evidenti: Tudor ha saputo stabilire una connessione vera con la rosa. Dialoga con i giocatori, spiega le scelte, crea empatia. Un fattore decisivo per tenere alto il livello di concentrazione e appartenenza. Allo stesso tempo, il tecnico ha la libertà totale di gestione: gioca chi merita, indipendentemente dal nome o dal prezzo del cartellino.
Il club, però, chiede un cambio di ritmo. Dopo la sosta, contro il Como, la Juventus dovrà mostrare una versione più stabile e riconoscibile, anche tatticamente. In otto partite Tudor ha cambiato otto volte formazione, una rotazione continua che ha portato freschezza ma anche confusione. L’obiettivo ora è consolidare una base fissa, a partire dall’attacco, dove Jonathan David sembra destinato a diventare il punto fermo del progetto.
La società sa che alcuni investimenti devono rendere di più: Koopmeiners, Zhegrova, Cambiaso e Yildiz rappresentano il futuro, ma serve continuità. Tudor dovrà trovare l’equilibrio giusto per valorizzare tutti, mantenendo il gruppo compatto.
Alla Continassa si guarda avanti con fiducia. Tudor ha costruito empatia e credibilità, ma ora la Juve gli chiede anche risultati. La pausa servirà per ritrovare energie e idee: il prossimo passo è spezzare la “pareggite” e dimostrare che questo progetto ha fondamenta solide.
a cura di: Francesco Latorraca