Inter vs PSG – Sfida di scacchi tra Inzaghi e Luis Enrique

Inter vs PSG – Sfida di scacchi tra Inzaghi e Luis Enrique

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Redazione di Zona
mag 31, 2025 • 5 min read

Introduzione alla partita

Due filosofie diverse, un solo obiettivo: dominare attraverso l’organizzazione. Nel calcio moderno, le grandi squadre non si affidano più soltanto al talento, ma soprattutto alla struttura. E nella sfida tra l’Inter di Simone Inzaghi e il Paris Saint-Germain di Luis Enrique, la tattica diventa spettacolo. Due squadre che interpretano il possesso e il non possesso in modo quasi opposto, ma entrambe con una forte identità e una profonda coerenza nei princìpi di gioco.

Palmares dei team a confronto

Palmares Inter
Palmares PSG

Palmares dei giocatori a confronto

Analizzando le formazioni attese di Inter e Paris Saint-Germain, emerge un equilibrio interessante tra esperienza e qualità, ma con differenze sostanziali sul piano del palmarès. L’Inter può contare su un gruppo rodato, con diversi elementi protagonisti in recenti finali europee, mentre il PSG presenta una rosa più giovane ma arricchita da giocatori già affermati a livello internazionale, come Donnarumma, Hakimi e Dembélé.

Il confronto tra i titolari vede i parigini avanti 7-4 per numero di trofei maggiori vinti, distribuiti in modo più uniforme tra i reparti. A rendere ancora più netto il contrasto tra le due filosofie è il dato sull’età media: 29,6 anni per l’Inter, contro 23,6 per il PSG. Un divario che potrebbe riflettersi sul campo in termini di esperienza e gestione da una parte, freschezza e ritmo dall’altra.

Le formazioni attese

Il PSG dovrebbe schierarsi con un 4-3-3 ricco di talento e intensità: Donnarumma tra i pali, linea difensiva composta da Hakimi, Marquinhos, Pacho e Mendes; a centrocampo spazio a Joao Neves, Vitinha e Fabian Ruiz; in avanti, il tridente è formato da Dembélé e Kvaratskhelia sugli esterni, con Barcola in vantaggio su Doue per completare l’attacco.

L’Inter risponde con il consueto 3-5-2, confermando una formazione tipo ormai ben rodata. Sommer in porta, difesa a tre con Pavard – pienamente recuperato – affiancato da Acerbi e Bastoni; sugli esterni Dumfries e Dimarco, con il trio di centrocampo composto da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan. In attacco, Lautaro Martinez farà coppia con Thuram. Al momento, Inzaghi può contare sull’intera rosa a disposizione.

L’Inter: un’orchestra tattica diretta da Inzaghi

Il sistema nerazzurro parte dal classico 3-5-2, ma si trasforma in continuazione a seconda della fase di gioco. In costruzione bassa, l’Inter assume una disposizione asimmetrica: Acerbi a impostare più avanzato, Bastoni che si sgancia in ampiezza sinistra come un laterale aggiunto, Pavard saldo a destra. È una squadra che alterna con maestria costruzione posizionale e gioco diretto, sfruttando la qualità dei propri interpreti.

Sommer gioca un ruolo prudente, coinvolto solo sotto pressione, mentre Barella e Çalhanoğlu guidano i tempi dalla mediana. In attacco, il tandem Lautaro-Thuram è perfettamente complementare: il capitano si abbassa per creare superiorità, il francese attacca la profondità con forza fisica e dinamismo.

Grande enfasi è posta sulla lateralità offensiva, soprattutto sulla fascia sinistra, dove la catena Bastoni–Dimarco rappresenta un’arma letale, inoltre nei momenti chiave della partita, Inzaghi gestisce i cambi cercando di non snaturare il sistema: Asllani per dare equilibrio, Carlos Augusto per coprire, Taremi e Arnautovic per tenere palla e far salire la squadra.

In non possesso, l’Inter si riorganizza con un 5-3-2 compatto, alternando pressing alto e densità a centrocampo. I quinti rientrano prontamente, e Barella diventa fondamentale nella doppia fase, sia come schermo difensivo sia in ripiegamento laterale.

Il PSG: rotazioni continue e talento tecnico al servizio di Luis Enrique

A differenza dell’Inter, il PSG parte da un 4-3-3 fluido e altamente modulabile. La costruzione dal basso è meno centrale: Donnarumma viene coinvolto poco, e la prima manovra si sviluppa già dai difensori centrali, con Marquinhos e Pacho/Beraldo incaricati di trovare linee di passaggio avanzate.

La chiave del PSG è la fluidità. In fase di possesso, i parigini si dispongono con varie configurazioni: 3-2-4-1 quando Mendes si alza in linea coi centrali, oppure un audace 3-1-6 se un centrocampista come Doué si porta più avanti. Questo consente rotazioni continue, con gli esterni come Hakimi (decisivo in spinta) e Kvaratskhelia (libero di svariare) che destabilizzano le difese avversarie.

Il centrocampo è tecnico e leggero: Vitinha, Neves e Ruiz giocano in modo razionale, creano linee di passaggio e superiorità. Tuttavia, la mancanza di fisicità può essere un limite nelle fasi di difesa posizionale. In non possesso, Luis Enrique alterna un pressing alto uomo su uomo a un blocco medio più compatto in 4-1-4-1.

Nel reparto offensivo, Dembélé offre mobilità verticale, ma è la libertà data agli esterni, soprattutto a Kvaratskhelia e Barcola/Douè, a creare scompiglio. Il PSG costruisce sovraccaricando un lato, per poi cambiare gioco velocemente e trovare l’1vs1 decisivo sugli esterni.

Formazioni combinate: 4-3-3 o 3-5-2 ?

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Dati chiave e indicatori statistici

  • Vitinha: giocatore con più passaggi completati.
  • Hakimi: leader nelle azioni da gol create.
  • João Neves: primatista nei contrasti vinti nella trequarti centrale e offensiva.
  • Inter: subisce in media 2,3 tiri da fuori area a partita (47,9% dei tiri totali concessi).

Rendimento stagionale (Serie A 2024/25)

  • Inter: 79 gol fatti (xG: 67), 35 subiti (xGA: 37)
  • PSG: 92 gol fatti (xG: 89), 35 subiti (xGA: 31)

Equilibrio o caos controllato?

L’Inter di Inzaghi punta su stabilità, rotazioni codificate e ampiezza strutturata. Ogni movimento è parte di un sistema rodato che valorizza l’intelligenza tattica dei suoi centrocampisti e l’ampiezza garantita dai quinti di centrocampo.

Il PSG di Luis Enrique, invece, si affida a un caos organizzato, dove le posizioni sono fluide, ma gli spazi vengono riempiti con razionalità. La sua forza è la qualità tecnica degli interpreti e la possibilità di creare superiorità su ogni zona del campo.

In un confronto diretto, la sfida si giocherebbe sulla capacità dell’Inter di reggere gli 1vs1 sugli esterni e quella del PSG di opporsi alla densità nerazzurra in area. Una battaglia di nervi e idee, tra chi orchestra e chi improvvisa. E tu chi pensi vinca l’edizione 2024/2025 della coppa calcistica più importante al mondo?

A cura di: Giorgio Delle Monache