
Inter, il futuro è di Bisseck: ecco perché Pavard è stato sacrificato

Alla fine, la storia tra Benjamin Pavard e l’Inter si è chiusa dopo due anni intensi, uno scudetto e una Supercoppa italiana. Il difensore francese ha salutato Appiano per volare al Marsiglia, in prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni. Al suo posto, i nerazzurri hanno accolto Manuel Akanji dal Manchester City, ma soprattutto hanno confermato con forza la fiducia in Yann Bisseck, rifiutando due offerte pesanti dal Crystal Palace, arrivato fino a 32 milioni. La risposta dell’Inter è stata netta: “Yann vale almeno 40”.
La scelta di separarsi da Pavard e blindare Bisseck non è casuale. Innanzitutto pesa il fattore anagrafico. Il francese è nato nel 1996 e viaggia verso i trent’anni, mentre il tedesco classe 2000 ha davanti a sé un margine di crescita molto più ampio. La linea

Oaktree impone di valorizzare i profili giovani e futuribili, capaci di generare plusvalenze in caso di cessione. Un altro aspetto decisivo riguarda la duttilità: Bisseck ha dimostrato di poter ricoprire tutti i ruoli della difesa a tre, sia come braccetto che come centrale, e nella scorsa stagione ha collezionato tre gol e tre assist in 43 presenze complessive.
Non sono mancati errori, come quelli evidenziati contro Juve, Lazio e Bologna, ma la società lo considera un pilastro sul quale costruire il futuro. Pavard, invece, nelle ultime settimane aveva fatto capire di voler tornare in Francia: il richiamo del Marsiglia ha fatto il resto, chiudendo un ciclo che, pur breve, resterà significativo nella storia recente dell’Inter.
La scelta di Inzaghi prima, e di Chivu poi, ha rispecchiato questa direzione. Contro l’Udinese, Pavard era stato lasciato in panchina a favore di Bisseck, che pure era entrato in negativo nell’azione del gol. Nonostante ciò, i dirigenti nerazzurri hanno ribadito la loro fiducia nel tedesco, convinti che sia lui – più di Pavard – a rappresentare il futuro della difesa interista.
A cura di: Francesco Latorraca