Il fascino dell'ex - Romagnoli, da capitano a rivale sfida il suo passato rossonero

Il fascino dell'ex - Romagnoli, da capitano a rivale sfida il suo passato rossonero

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Redazione di Zona
nov 26, 2025 • 2 min read

Le origini di un difensore forgiato a Milano

Alessio Romagnoli è cresciuto nella Roma, ha debuttato in giallorosso e dopo l’esperienza alla Sampdoria si è trovato davanti alla svolta più grande della sua carriera: il Milan decide di puntare forte su di lui, investendo 25 milioni di euro. Da lì parte un percorso importantissimo per un ragazzo considerato, già allora, uno dei difensori italiani più promettenti.

A Milano vive sette stagioni, totalizza 197 presenze e 8 gol, conquista la fiducia dell’ambiente e, nella stagione 2018-19, viene premiato con la fascia da capitano. In quegli anni diventa il simbolo della rinascita rossonera, l’uomo chiamato a tenere insieme una squadra che stava costruendo il suo futuro.

La rinascita biancoceleste: una certezza della Lazio

Alla Lazio, Romagnoli ha ritrovato equilibrio e continuità: ad oggi conta 4 stagioni in biancoceleste con 105 presenze e 4 gol, numeri che certificano il suo impatto. Quest’anno ha saltato solo le prime due giornate per squalifica, poi è diventato un titolare fisso e insostituibile.

Il suo rendimento è ancora più evidente grazie alla crescita di Mario Gila, anche lui sempre presente (12/12 da titolare). Una coppia solida, complementare, che rappresenta la base difensiva della Lazio di Sarri, squadra che punta con decisione a tornare nelle competizioni europee dopo aver mancato l’obiettivo nella scorsa stagione.

Dal punto di vista fantacalcistico, Romagnoli sta offrendo continuità, pulizia negli interventi e pochissimi malus: solo un cartellino giallo finora. Una statistica che racconta un difensore affidabile, maturo, sempre più centrale nel progetto.

La sfida: fermare un Milan lanciatissimo

Sulla sua strada, però, c’è un ostacolo enorme: il Milan non perde dalla prima giornata e viaggia saldamente al secondo posto della classifica. La Lazio, invece, deve allontanarsi dalla zona appena fuori dall’Europa e cominciare a scalare posizioni.

Per i biancocelesti sarà fondamentale non subire gol, e tutto passa da Romagnoli e Gila. Sarri costruirà la gara sulla compattezza, sulla capacità di leggere i momenti e di limitare un attacco che, soprattutto a San Siro, ha trovato ritmo e continuità.

Il contesto è tra i più difficili: San Siro sarà caldo, determinato, e non sempre benevolo nei confronti di Romagnoli, che proprio lì è stato capitano e leader, ma non sempre amato dalla curva.

Il destino dell’ex

E ora eccoci al punto più affascinante: il ritorno dell’ex nel suo tempio.
Romagnoli, oggi pilastro della Lazio, si ritrova al centro della scena in quello stadio che lo ha visto crescere, sbagliare, migliorare e diventare capitano. È una sfida speciale, una di quelle in cui il passato ti guarda negli occhi e ti chiede di dimostrare chi sei diventato.

Per lui non sarà una partita come le altre: non lo è per un difensore che ha lasciato ricordi, responsabilità e un’eredità importante. E non lo è nemmeno per un Milan che si ritrova contro un giocatore che, per anni, ha incarnato la sua identità difensiva.

Il destino dell’ex è sempre scritto in un equilibrio sottile tra nostalgia e rivalità.
Romagnoli lo sa: per la Lazio sarà una battaglia, per lui un cerchio che si chiude — o forse uno che si riapre.

La prospettiva fantacalcistica

Per i fantallenatori, questa non è una gara qualunque: Romagnoli porta solidità, sì, ma affronta un avversario in stato di forma impressionante. La sua affidabilità resta intatta, la sua capacità di non prendere malus anche.
La domanda è: basta per tenerlo in campo?

Dipende molto dalla vostra rosa, ma una cosa è certa: pochi difensori interpretano così bene il ruolo nelle partite pesanti. E contro il suo passato, Romagnoli ha sempre mostrato un livello superiore di attenzione.

A cura di: Tommaso Guerini