Il fascino dell’ex – Morata, l’Ariete del Lago: il suo destino contro la Juve
Nel calcio esistono storie che non smettono mai di inseguirsi, amori che si rincorrono nel tempo. È il fascino dell’ex, quella corrente invisibile che accende le partite e riapre vecchie ferite. Alvaro Morata torna contro la squadra dove ha lasciato ricordi e rimpianti. Stavolta lo fa con la maglia del Como, pronto a sfidare la Juventus in una notte che profuma di destino.
Il passato bianconero
Alla Juventus, Morata è stato molto più di un attaccante: 130 presenze, 35 gol e 30 assist raccontano solo una parte della storia. Lo spagnolo era il centravanti che si sacrificava per i compagni, l’uomo che trasformava la forza fisica in eleganza, l’ariete che apriva spazi più che colpirli.
Ha lasciato un segno profondo, una fotografia impressa nella memoria dei tifosi bianconeri. Ma anche una sensazione di incompiutezza, quella di chi ha sfiorato la leggenda senza mai poterla afferrare del tutto.
Il nuovo inizio sul Lago
A Como doveva essere la rinascita, il capitolo leggero dopo gli anni pesanti. Ma per ora Morata non ha ancora trovato il gol, con 6 match all’attivo e un assist. La sua generosità non è in discussione, ma la porta sembra stregata.
Non è solo colpa del caso: l’avvio in ritardo e il grande impatto di Douvikas, che ha iniziato la stagione con una forma scintillante, hanno rallentato la sua scalata.
Fabregas lo difende e lo incoraggia, consapevole che l’esperienza e la forza mentale dell’Ariete possono tornare decisive. Il tecnico spagnolo, suo ex compagno, conosce bene la sua sensibilità: sa che basta un lampo per risvegliare il fuoco.
Il destino dell’ex
Contro la Juventus, Morata non ha mai timbrato da avversario. Un dato curioso, quasi beffardo, per uno che in bianconero ha scritto pagine importanti. E allora, chissà, forse questa è davvero la notte buona per spezzare il sortilegio.
Contro la squadra che lo ha consacrato, Morata può trovare di nuovo se stesso — tra nostalgia e voglia di rivincita.
La notte dell’Ariete
C’è un momento, in ogni carriera, in cui il passato e il presente si guardano negli occhi. Per Morata, quel momento è adesso.
Contro la Vecchia Signora, l’Ariete spagnolo può tornare a colpire, a spingere la palla in rete e se stesso nel cuore di una nuova storia.
Forse non sarà mai un bomber da 20 gol, ma resta un attaccante d’anima, uno di quelli che lasciano il segno anche senza segnare.
E se davvero esiste una giustizia poetica nel calcio, allora il destino dell’ex potrebbe finalmente sorridergli — proprio lì, dove tutto era cominciato.
A cura di: Tommaso Guerini