Fiorentina, crisi nera: cosa sta succedendo ai Viola di Pioli?
    
    Momento complicato in casa Fiorentina. Dopo 6 giornate di Serie A, la squadra di Pioli ha raccolto appena 3 punti e nessuna vittoria. Tre pareggi (contro Cagliari, Torino e Pisa — sì, proprio il derby toscano contro una neopromossa) e tre sconfitte pesanti.
E ora arriva il vero tour de force: Milan, Bologna e Inter. E dire che l’anno era partito con tutt’altra energia: doppia vittoria nei preliminari di Conference League (0-3 e 3-2 al Polissya), poi il buio. In campionato: 1-1 col Cagliari, 0-0 a Torino, ko con Napoli e Como, pari col Pisa e infine la batosta con la Roma. L’unica boccata d’ossigeno? Il 2-0 con Sigma Olomouc in Conference League nel mezzo.
Fiorentina, il gol è un ricordo lontano: 4 reti in 6 gare
I tifosi rimpiangono il vecchio reparto offensivo da 60 gol della scorsa stagione. Ora, dopo 6 giornate, solo 4 reti. Kean ha trovato il primo gol solo contro la Roma (ma l’anno scorso chiuse con 22 bonus tra gol e assist). Gosens è irriconoscibile, Mandragora è addirittura il capocannoniere con 2 gol. E Fagioli? Sparito. Un caso a parte è Gudmundsson: il numero 10 viola fatica a ritrovare la magia dei tempi del Genoa (solo 7 bonus lo scorso anno). Unica nota positiva? Fazzini, che sta convincendo sempre più nel ruolo dietro Kean. Nota dolente: Sohm, pagato 16 milioni, ma spesso lasciato in panchina da Pioli.
Difesa in tilt: troppi errori e poca attenzione
L’anno scorso la Viola subì 41 gol: oggi è già a quota 8, con una differenza reti di -4. Solo due clean sheet (Torino e Pisa), ma pesano le disattenzioni. A Cagliari, beffa al 94’ di Luperto; col Napoli errori di Comuzzo e Pongracic; contro il Como, ancora Pongracic punito da Addai; e infine la Roma, con Cristante libero di colpire di testa sul primo palo. Comuzzo, ex gioiello da 35 milioni, scavalcato dall’ex Monza Pablo Marì. Persino De Gea, finora certezza, non è sembrato impeccabile. Serve una scossa, soprattutto sulle palle inattive.
Pioli resta al comando, ma il tempo stringe
La società continua a dargli fiducia, anche grazie ai buoni risultati in campo europeo. Eppure, l’obiettivo era chiaro: alzare il livello. Lo disse Pioli stesso all’inizio: “Mi hanno chiamato per alzare il livello e puntare in alto.” Per ora, il salto non si vede. Il tecnico ha provato anche a modificare il modulo utilizzando il 3-5-2 al posto del 3-4-2-1, ma la squadra non ha ancora trovato equilibrio.
Crisi passeggera o fine di un ciclo?
Pioli riuscirà a rimettere insieme i pezzi di questa Fiorentina o servirà un nuovo cambio in panchina?
A cura di: Giorgio Delle Monache