Atalanta a 22 voci: un coro che cambia pelle senza perdere identità

Atalanta a 22 voci: un coro che cambia pelle senza perdere identità

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Redazione di Zona
ott 09, 2025 • 1 min read

8 partite ufficiali, e sono già stati impiegati 22 giocatori della rosa: l’Atalanta di Ivan Juric appare come una squadra corale, in cui tutti sentono di avere un ruolo. Erano esclusi unicamente i non disponibili. Il fatto che ogni elemento abbia avuto il suo spazio in campo racconta davvero tanto della filosofia del tecnico croato.

La profondità della rosa è una risposta strategica verso gli imprevisti e gli impegni ravvicinati che attendono la Dea, non un vezzo. Molti calciatori che inizialmente non spiccavano, ad esempio Bernasconi dall’Under-23, hanno giocato parecchio, dimostrando con i numeri che tutti possono emergere.

Benefici tangibili offre questo continuo “concertare” di uomini con schemi: Juric può modulare soluzioni in base per l’avversario, alternare stili, nonché gestire al meglio le energie senza discontinuità marcata. Questa varietà diviene un'arma cruciale, per via della ripresa, con 7 partite in 21 giorni (5 in campionato ed anche 2 in Champions).

Marco Carnesecchi è il solo elemento sempre presente, mentre Pasalic e Djimsiti hanno retto comunque già l’intero ritmo stagionale. Marco Brescianini è il giocatore che ha meno minuti finora, con soli 86 minuti: ma pure la sua duttilità lo rende un valore utile in più.

La “Dea Orchestra” non cambia per nulla il tema base, perché continua essa stessa a giocare con identità. Tuttavia, contemporaneamente, adesso ha la capacità di impiegare chiunque senza farlo sembrare “in seconda battuta”. Juric ha già mostrato di sicuro che non esistono star intoccabili. Un coro deve solo suonare insieme.

a cura di: Francesco Latorraca