
Anjorin si presenta: “Torino è fantastica. Non sarei qui senza i sacrifici di mio padre”

🐂 Nuovo volto granata
Il Torino ha presentato ufficialmente Tino Anjorin, centrocampista inglese classe 2001 arrivato dall’Empoli. Mezzala di qualità e sostanza, cresciuto nel vivaio del Chelsea, Anjorin ha raccontato ai canali ufficiali del club le sue prime sensazioni da granata.
🌆 L’impatto con Torino
“La mia impressione della città è che sia fantastica, molto bella. Lo stadio è incredibile, la storia del club straordinaria e le persone sono davvero accoglienti e gentili. Mi hanno fatto sentire subito a mio agio” ha spiegato il centrocampista.
👨👦 I sacrifici del padre
Anjorin ha poi svelato l’origine del suo nome e il ruolo fondamentale della sua famiglia:
“Mi chiamo Faustino in onore di Asprilla. Mio padre ha sempre amato il calcio, ha giocato fino a 18 anni e lo chiamavano Tino perché assomigliava ad Asprilla. Da lì il mio nome. Non sarei qui senza i suoi sacrifici: da giovane, dopo giornate di lavoro, partiva la sera due o tre volte a settimana per accompagnarmi a Londra. Mi ha permesso di inseguire il mio sogno, e gliene sarò sempre grato”.
🔵 I ricordi al Chelsea
Il centrocampista ha ripercorso la sua esperienza nei Blues:
“Allenarmi con giocatori come Pulisic, Abraham e Tomori è stato fondamentale. Con Lampard come allenatore ho imparato tanto: alcune persone pagherebbero per avere le sue conoscenze, io le ho ricevute gratuitamente ogni giorno. È stata un’esperienza bellissima e che mi ha fatto crescere molto”.
💪 La forza mentale
Anjorin non ha nascosto le difficoltà affrontate durante la pandemia:
“Durante il Covid ho perso 10 chili, pensavo di lavorare bene ma sbagliavo metodo. Ho capito che la forza mentale è essenziale: siamo sempre sotto i riflettori, dobbiamo resistere e crescere come persone oltre che come calciatori”.
⚽ Serie A vs Premier
Infine, un confronto tra i due campionati:
“La Premier è più veloce e altalenante, la Serie A è più tattica e ti costringe ad aspettare il momento giusto per colpire. Devi essere più scaltro. È una sfida che mi stimola molto”.
A cura di: Francesco Latorraca